Spesso ci si chiede quale sia la differenza tra incubatori e acceleratori di startup, quali siano le loro prerogative, le loro competenze e i loro limiti. Proviamo a capirlo insieme, con la consapevolezza di voler apportare un contributo e non una verità granitica. Pur se è vero che, ancora oggi, il tasso di mortalità delle startup sia molto alto, è altrettanto vero che queste organizzazioni fanno del loro meglio per sostenere l’impresa negli sforzi iniziali o accompagnarla nel suo percorso di vita fino all’exit, se possibile.
Ma procediamo con ordine! Ciò che accomuna queste organizzazioni, più di tutto, è la loro finalità: aiutare giovani imprenditori alle prime armi a far crescere la propria startup attraverso servizi di formazione e mentoring, spazi fisici e strumenti utili al processo di avvio e sviluppo, opportunità di networking, consulenza legale e contatti con investitori. Il networking è un aspetto fondamentale e da non sottovalutare, e sia gli incubatori che gli acceleratori fanno del loro meglio per creare una rete quanto più fitta di contatti ed esperti in vari settori. Questa rete sarà il proprio biglietto da visita per attrarre startup e farle fidare dei loro servizi.
Nella realtà di tutti i giorni, chi è fuori da questo mondo spesso confonde il ruolo degli incubatori con quello degli acceleratori. Il termine “incubatore” rimanda proprio all’idea di qualcosa che è ancora in una fase embrionale, e così è proprio per la fase iniziale di ogni startup. Quest’ultima, infatti, nasce proprio dalle idee e dai progetti dei fondatori, idee che molto spesso devono ancora trovare, in questa prima fase, una realizzazione plastica e concreta. Questo è il motivo per cui i soci sono molto “spaesati” all’inizio di ogni progetto. Il termine “incubatore” è utilizzato per identificare vari programmi o iniziative, promossi da enti privati o pubblici, il cui scopo è favorire e supportare lo sviluppo di nuove forme d’impresa. Il periodo di incubazione va generalmente da 1 a 5 anni. In genere, queste strutture offrono servizi di consulenza strategica, spazi fisici, attrezzature e strutture logistiche, formazione e finanza dedicata. Gli incubatori, a differenza degli acceleratori, normalmente non investono direttamente, ma supportano la startup nel plasmare il proprio modello di business affinché diventi replicabile e scalabile. Alcuni incubatori dispongono di un proprio fondo destinato alle startup, mentre più solitamente facilitano l’accesso a forme di finanziamento esterne, come business angel, venture capital e supporto nelle competizioni, ecc.
Gli acceleratori, invece, sono imprese fondate da esperti di business che forniscono servizi di management, spazi e attrezzature, mentoring, networking e conoscenze agli startupper per metterli nella condizione di attraversare con successo la fase di avvio d’impresa. È bene evidenziare sin da subito che, sebbene le startup che si affidano a questi programmi abbiano da poco tempo avviato la loro impresa, siamo già comunque in una fase successiva a quella della costituzione della startup, in un momento iniziale ma di slancio. I programmi di accelerazione sono programmi di durata limitata, normalmente dai tre ai sei mesi, durante i quali le startup ricevono finanziamenti, supporto tecnico e un network con l’obiettivo di accelerare il processo di maturazione della startup. Tipicamente, gli acceleratori chiedono una percentuale di equity, normalmente compresa tra il 5% e il 15%.
Esistono diverse tipologie di acceleratori e di incubatori, raggruppabili in quattro distinte categorie:
- Gli incubatori legati al mondo accademico, in cui le università investono nella trasformazione di spin-off in startup di successo attraverso supporto nella ricerca, conoscenze e trasferimenti tecnologici, oltre che infrastrutture.
- Gli incubatori che si sviluppano all’interno di grandi aziende, spesso grandi multinazionali, che fanno crescere startup per investire in progetti di ricerca e sviluppo e in nuove idee applicabili alle varie business unit aziendali.
- Gli incubatori del settore pubblico, che hanno la funzione di incoraggiare l’imprenditoria e lo sviluppo economico locale.
- Gli acceleratori privati, che operano come realtà economiche indipendenti e che sono diventati una categoria industriale aggiuntiva. Il loro obiettivo è effettuare investimenti di accelerazione e seed in progetti imprenditoriali, con l’obiettivo finale di realizzare un guadagno importante derivante dalla cessione prevista alla fine del rapporto.
Gli acceleratori sono spesso attivi soprattutto nel settore dell’IT e, più in generale, delle startup web-based. Dopo una rigida selezione, si occupano della fase di pre-seed con attività di business development. Il processo di selezione avviene durante dei bootcamp, contest a cui partecipano un gruppo di startup candidate con idee straordinarie e con l’ambizione di entrare in un programma di accelerazione.